venerdì 20 agosto 2010

Azione Studentesca sugli abbonamenti agevolati agli studenti svantaggiati

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Ammontano a settecentocinquanta mila euro i fondi che l’Assessorato alle Politiche Giovanili della Provincia di Salerno ha deciso di destinare alle agevolazioni per il trasporto degli studenti disabili o svantaggiati.
«L’importanza di tali decisioni politiche è facilmente intuibile ed immediatamente rintracciabile nell’attenzione posta verso il bene della comunità – dichiara Luigi Di Martino, portavoce di Azione Studentesca in una nota condivisa dalla Giovane Italia di Salerno, unico movimento giovanile del PdL – e ci rende orgogliosi dell’operato dell’Amministrazione Cirielli, unica che dopo anni ha posto tra le priorità l’edilizia scolastica e le politiche giovanili, in modo concreto e senza sprecare risorse. Vorremmo ricordare, infatti, che tali fondi sono resi disponibili grazie ai tagli alla manifestazione Exposcuola, che nulla aggiungeva alla qualità delle scuole salernitane e alla vita degli studenti. In questi giorni ci attiveremo per aiutare quanti vorranno presentare domanda per accedere ai fondi. Per trovare i nostri contatti basta visitare il sito azionestudentescasalerno.blogspot.com».

Per accedere ai bandi, visitare la sezione "avvisi, bandi, concorsi, esiti"

mercoledì 14 luglio 2010

Pubblicata la data dell'inizio della maturità 2011

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Il Ministero della Pubblica Istruzione ha reso nota la data di inizio della Maturità 2011 e le date di inizio e di fine anno scolastico a seconda delle regioni, durante le quali le scuole resteranno chiuse. In attesa di sapere se dal prossimo anno scolastico la terza prova dell'esame di maturità sarà sostituito dalla Prova Invalsi a carattere nazionale (negli scorsi giorni Mariastella Gelmini ha espresso la volontà di introdurre il Test Invalsi alla maturità dal 2012, ma l'introduzione di questa prova nazionale potrebbe essere anticipata al 2011), gli studenti che a settembre inizieranno l'ultimo anno delle scuole superiori possono già sapere il giorno di inizio della maturità 2011: mercoledì 22 giugno 2011.
E' stato inoltre deciso il calendario scolastico 2010/2011 con le date di inizio e di chiusura delle scuole (ogni regione poi deciderà le date specifiche per le festività di Natale e di Pasqua). Le scuole inizieranno tra il 9 ed il 20 settembre 2010, mentre si chiuderanno tra l'8 ed il 16 giugno 2011. L'unica regione italiana che non ha ancora reso note le date di apertura e di chiusura delle scuole è il Molise.
Ecco l'elenco completo delle date di inizio delle lezioni scolastiche per il 2010/2011 nelle varie regioni:
- 9 settembre 2010: Trentino;
- 13 settembre 2010: Calabria, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto;
- 14 settembre 2010: Emilia Romagna;
- 15 settembre 2010: Campania, Sardegna e Toscana;
- 16 settembre 2010: Basilicata, Marche e Sicilia;
- 20 settembre 2010: Abruzzo, Liguria e Puglia.
Ed ecco l'elenco completo delle date di fine delle lezioni scolastiche per il 2010/2011 nelle varie regioni:
- 8 giugno 2011: Marche e Puglia;
- 9 giugno 2011: Veneto;
- 10 giugno 2011: Sardegna;
- 11 giugno 2011: Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Sicilia, Toscana, Umbria e Valle d’Aosta;
- 15 giugno 2011: Liguria;
- 16 giugno 2011: Trentino.

mercoledì 16 giugno 2010

Blocco degli scrutini anche a Salerno...

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Apprendo dalle massime testate giornalistiche nazionali, che i sindacati di base della scuola pubblica hanno organizzato un "Blocco degli Scrutini" per protestare, ancora una volta, contro i fantomatici tagli nella scuola pubblica fatti dal Ministro Gelmini e dal Ministro Tremonti.




A Salerno, sono stati bloccati circa quattrocento scrutini, determinando una paralisi all' interno della scuola pubblica salernitana, in quanto basta l'assenza di un solo insegnante per determinare il blocco e lo spostamento di un intero consiglio di classe. In un istituto superiore salernitano, è bastato l'assenza di un solo insegnante per bloccare ben otto consigli di classe e di conseguenza, questi sono stati spostati, determinando uno spreco inutile di risorse.



Inoltre, i veri "perdenti" di tutte queste proteste che non porteranno a nessun risultato, sono gli studenti, che rischiano di non essere valutati nei tempi determinati dalla legge.



Penso che sia necessario che si adottino seri provvedimenti disciplinari contro quei docenti che nei giorni di protesta non hanno svolto il loro dovere, mettendo in difficoltà vari presidi di istituto, che si sono visti "sballare" tutti i programmi dei vari consigli di classe, determinando un inutile spreco di risorse economiche.



Penso, a questo punto, che se i sindacati di base sono tanto propensi a sprechi del genere, non si accorderanno mai con chi gli sprechi li vuole evitare e con chi vuole fare della scuola italiana l'eccellenza che gli apparteneva, accatastando fuori dalla scuola pubblica tutti gli insegnati "parassiti" che non sono in grado di svolgere il loro dovere.

mercoledì 2 giugno 2010

Campo Cyrano 2010 - Campo Estivo Studentesco

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Il campo si svolgerà a Sorrento dal 9 all’ 11 Luglio e deve diventare un’occasione d’incontro per tutti gli studenti d’Italia che vogliono passare tre giorni insieme nella splendida cornice della costa sorrentina e unire la capacità di divertirsi in modo sano e di confrontarsi insieme sul futuro della scuola italiana. Il programma del campo è in via di elaborazione, ma vedrà alternarsi dibattiti politici,momenti di elaborazione artistica e culturale a momenti ludici e di mare.
E’ già in linea il sito del campo all’indirizzo www.campocyrano.it.
È importante diffondere la notizia del campo fra tutti gli studenti per permettere la partecipazione del maggior numero di persone possibili.
Il costo del campo è di 30€ a testa fino a venti anni e di 45€ per gli altri.
Per info e prenotazioni, per chi volesse partire da Salerno, può contattare Luigi - 3400670006, o Emidio - 3287839573.
VI ASPETTIAMO NUMEROSI!!!

mercoledì 12 maggio 2010

Superiori: il Voto di Religione farà media.

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Il Consiglio di Stato stabilisce che gli insegnanti di religione hanno diritto a partecipare agli scrutini ed il loro voto può fare media per gli studenti che scelgono di seguirla.

Con una sentenza della scorsa estate, il Tar aveva dichiarato illegittima la partecipazione dei docenti agli scrutini, in quanto "lo Stato italiano non assicura la possibilità per tutti i cittadini di conseguire un credito formativo nelle proprie confessioni o per chi dichiara di non professare alcuna religione, in etica morale pubblica". Il Ministro Gelmini aveva subito criticato la decisione del Tar, e si rivolse al Consiglio di Stato. Ed ora è arrivata la nuova sentenza che riammette a tutti gli effetti gli insegnanti di religione agli scrutini.
Il Consiglio di Stato appoggia il Ministro della Pubblica Istruzione Gelmini dicendo che gli insegnanti di religione hanno diritto come qualsiasi altro docente a far valere i propri voti durante gli scrutini e gli studenti che scelgono di seguire l'ora di religione possono ricevere per questo ulteriori crediti. Il voto di religione farà media insieme agli altri voti per tutti gli studenti che la seguono. Mentre per chi non segue l'ora di religione, la media dei voti sarà fatta soltanto sulle altre materie, escludendo quindi la religione.

Secondo il Consiglio di Stato, infatti, non è discriminatorio dare la possibilità ai docenti di religione di partecipare agli scrutini di quegli studenti che non hanno scelto di seguire la loro materia, anche se sono una minoranza nella classe. Ed è giusto che il voto di religione possa fare media per gli studenti che la seguono, come tutte le altre materie. L'ora di religione può servire, a chi la segue, ad acquisire crediti formativi come qualsiasi altro corso extrascolastico.

Il Ministro Gelmini ha annunciato con grande soddisfazione "la notizia che il Consiglio di Stato, ha riconosciuto la legittimità delle ordinanze nelle quali si stabiliva che ai fini dell’attribuzione del credito scolastico, determinato dalla media dei voti riportata dall’alunno, occorreva tener conto anche del giudizio espresso dal docente di religione. Il Consiglio di Stato infatti ha stabilito che, nel caso l’alunno scelga di avvalersi di questo insegnamento, la materia diventa per lo studente obbligatoria e concorre quindi all’attribuzione del credito".

Alla pubblicazione della sentenza del Consiglio di Stato, subito si sono scatenati sul web i “commentatori”: c’è qualche alunno che è favorevole a tale decisione perché così alza la media dei propri voti scolastici e chi è contrario, definendo tale ordinanza incostituzionale, perché l’Italia dovrebbe essere un paese laico.

L’ora di religione è, secondo i programmi ministeriali, un’ ora durante la quale vengono insegnate le varie religioni del mondo e non solo quella cattolica: perciò non si può definire tale provvedimento incostituzionale. In teoria. In pratica, invece, non è così perché in alcuni casi l’ora di religione è spesso confusa, dai docenti stessi, con l’ora di catechismo, durante la quale viene insegnata solo la religione cattolica. Altro metodo, quello più adoperato dai docenti e più amato dagli alunni, è quello di “passare” l’ora di religione non facendo nulla, magari ripetendo le materie delle ore successive.

sabato 8 maggio 2010

La fine dell’autorità scolastica, fra aggressioni e menefreghismo.

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Dagli ultimi avvenimenti di cronaca, apprendo che in una scuola della periferia di Napoli, un insegnante per dividere due bambini di dieci che stavano litigando, è stata aggredita da uno dei due, che gli ha addirittura rotto la milza.
Pensando su quanto accaduto, mi chiedo, com’è possibile che un bambino a dieci anni aggredisca una persona, tra l’altro sua maestra? Ciò mi fa riflettere molto sulle basi morali sulle quali il bambino è cresciuto. Provenendo da una famiglia per bene, a differenza di quanto si possa pensare visto il luogo dell’accaduto, cosa può aver procurato tanta ira in questo bambino da mandare all’ospedale la sua maestra? A questo punto mi vengono in mente due dubbi sui quali la nostra società dovrebbe interrogarsi: come è possibile che una maestra venga aggredita da un suo allievo? La nostra società è talmente priva dei valori fondamentali che servono per un “quieto vivere”?
Per quanto concerne il primo quesito, concordo il pensiero del Ministro dell’ Istruzione Gelmini, che in una intervista rilasciata ad una emittente televisiva, dichiarò che verrà il giorno in cui i professori e gli insegnanti non avranno più autorità nelle aule.
Come si deve evitare questo? Sembrerà strano, ma secondo me, tornare ai vecchi sistemi di insegnamento, che erano sicuramente molto rigidi ma efficaci, non è una cattiva idea. Bisogna ritornare alla scuola del rigore, dove l’insegnante è rispettato. Di conseguenza, visto che alla base di qualsiasi società moderna vi è l’istituzione scolastica, se la scuola continua ad assumere questo atteggiamento superficiale e al quanto menefreghista sulla formazione morale degli alunni, come potrà formarsi una società degna di questo nome? Le basi, i valori, le regole del “vivere insieme”devono servire da insegnamento ai giovani, perché loro saranno il nostro futuro, e se già dai primi anni assistiamo ad aggressioni a persone che,in talune circostanze, rappresentano lo stato, quale futuro può mai aspettarci?
Penso,allora, che le cause di questa “società fallita”, possano essere attribuite solo ad una grande istituzione:”lo stato!”. Lo Stato non è più in grado, a mio avviso, di controllare la società; può solamente porre rimedio, per mezzo della giustizia, ai fatti già compiuti, ma non riesce più a far evitare situazioni e circostanze sgradevoli, determinate dal comportamento scorretto di taluni soggetti.
Si avverte il bisogno, ora più che mai, della costante presenza sul territorio da parte dello Stato, che può essere rappresentato anche dalle forze dell’ordine (in minima parte), anche se così non è stato nella zona dove è avvenuto il misfatto, infatti lo sforzo maggiore deve essere compiuto dalla scuola che, tramite l’insegnamento e la propensione alla cultura, deve indirizzare i nuovi giovani cittadini al rispetto dei valori morali vigenti nelle “vere società”.

lunedì 3 maggio 2010

Edilizia Scolastica : renditi conto di quanto rischi ogni giorno nella tua scuola!

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Forse noi ragazzi non ci siamo mai chiesti se frequentiamo scuole che ci possano dare sicurezza dal punto di vista strutturale e non solo…. Penso che sia paradossale che nel XXI sec. rischiamo ogni giorno la nostra vita. La cultura e l’istruzione non possono avere un così alto prezzo e , soprattutto, non dobbiamo pagare con la nostra vita l’inefficienza degli organi pubblici. Bisogna reagire, far sentire la nostra voce che troppe volte non viene ascoltata. E’ fondamentale partire dalla base, iniziare a saperci muovere con intelligenza per cercare di raggiungere importanti obiettivi per noi studenti.

Qui sono elencati i requisiti che una scuola “normale” dovrebbe avere!!

                                             SCUOLE SUPERIORI
Mq lordi per classi -  Da 166 a 307
Mq lordi totali per alunno -  Da 6,65 a 12,28
Altezza in mt. di aule, biblioteche, uffici, infermeria e mensa -  3
Altezza palestra in mt. (regolamentare) -  7,50
Area minima per la costruzione di edifici scolastici in mq -   Da 6.620 a 33.900
Mq netti per alunno in classe -  1,96
Nr. persone per classe D.M. antincendio, affollamento massimo, norme di esercizio -  25
Area verde alberata ed attrezzata rispetto all’area totale - 66,6%
Mq totali per alunno -  26


La scuola deve contribuire ad uno sviluppo qualitativo e una collocazione sul territorio adeguati alla costante evoluzione delle dinamiche formative, culturali, economiche e sociali.
Partendo proprio dalla struttura, come scritto nel decreto ministeriale del ’75, visto l'art. 11 della legge 24 luglio 1962, n. 1073; l'art. 3 della legge 18 dicembre 1964, n. 1358;e il decreto del Presidente della Repubblica 1° dicembre 1956, n. 1688; l’edificio scolastico deve essere:
i) deve essere generalmente di forma regolare e possibilmente pianeggiante;
ii) non deve insistere su terreni umidi o soggetti a infiltrazioni o ristagni e non deve ricadere in zone franose o potenzialmente tali; inoltre le caratteristiche meccaniche devono essere tali da non esigere fondazioni speciali che possano incidere eccessivamente sul costo totale della costruzione;
iii) deve avere accessi sufficientemente comodi ed ampi muniti di tutte le opere stradali che assicurino una perfetta viabilità;
iv) deve consentire l'arretramento dell'ingresso principale rispetto al filo stradale in modo da offrire sufficiente sicurezza all'uscita degli alunni;
v) non deve avere accessi diretti da strade statali e provinciali.
La scuola deve, inoltre, prevedere tutti i locali e gli spazi necessari:
i) per lo svolgimento dei programmi didattici e delle attività parascolastiche;
ii) per lo svolgimento dei programmi di insegnamento dell'educazione fisica e sportiva;
iii) per le attività di medicina scolastica a norma del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1967, n. 1518.
L'edificio, quindi, deve essere progettato in modo che gli allievi possano agevolmente usufruire, attraverso gli spazi per la distribuzione orizzontale e verticale di tutti gli ambienti della scuola, nelle loro interazioni e articolazioni ed, inoltre, raggiungere le zone all'aperto.
Ciò comporta che le attività educative si svolgano per la scuola secondaria di secondo grado, normalmente su tre piani.

Passando poi all’aula dove si svolgono le lezioni e dove ogni alunno deve potersi sentire a suo agio per poter adempiere ai suoi doveri e poter interagire con i suoi compagni e i suoi insegnanti. La classe pertanto deve:
i) consentire lo svolgersi completo o parziale (ai livelli di informazione, di progetto, di verifica, di comunicazione) delle materie di programma da parte degli allievi, sia individualmente, sia organizzati in gruppi variamente articolati;
ii) poter accogliere nel suo ambito tutti quegli arredi e attrezzature per il lavoro individuale, o di gruppo, necessari oggi o prevedibili in futuro, in conseguenza di quanto detto (arredi mobili e combinabili, attrezzature audiovisive, lavagne luminose, laboratori linguistici o macchine per insegnare, impianti di televisione a circuito chiuso ecc.);
iii) avere uno spazio complementare rispetto all'intero spazio della scuola, in quanto esaurisce solo una parte delle attività scolastiche e parascolastiche. 

Esso, pertanto, non può costituire elemento base da ripetere in serie lungo un corridoio di disimpegno, ma dovrà, quanto più possibile, integrarsi spazialmente con altri ambienti, sia direttamente, sia attraverso gli spazi per la distribuzione.
Per concludere ecco elencate tutte le condizioni di sicurezza che dovrebbero esserci in una scuola. Esse riguardano principalmente:
i) la stabilità degli edifici in condizioni normali o eccezionali (terremoti, alluvioni, ecc.);
ii) la sicurezza degli impianti, sia nell'uso che nella gestione;
iii) la difesa degli agenti atmosferici;
iv) la difesa dei fulmini;
v) la difesa degli incendi;
vi) la difesa microbiologica.

Questi sono solo pochissimi passi del decreto ministeriale riguardante la struttura della scuola. Guardandoci intorno, penso non ci siano casi in cui un ragazzo si possa sentire realmente sicuro all’interno della scuola. Fino a questo momento tutti noi ragazzi abbiamo continuato a frequentare edifici fatiscenti e costruiti senza il minimo rispetto della legge, ora è il momento di reagire. Non possiamo continuare a vivere la nostra vita scolastica passivamente, senza preoccuparci delle condizioni dell’edificio in cui per quasi due terzi dell’anno studiamo e trascorriamo buona parte delle nostre giornate. Non interessarsi ai problemi della scuola è come fregarsene dei problemi della propria casa. 

Noi ragazzi dobbiamo sentirci a nostro agio all’interno della scuola per poter svolgere al meglio i nostri compiti.
 
Per troppo tempo non si è fatto mai nulla per risolvere queste complesse problematiche, né tantomeno noi ragazzi abbiamo tentato di farlo,adesso, però, è arrivato il momento di far sentire la nostra voce e mostrare a tutti le nostre idee, per rendere la nostra scuola un luogo destinato non soltanto allo studio ma anche alla collaborazione tra alunni e professori, allo sport , alla ricerca e ad altre tante attività interessanti e formative.

venerdì 23 aprile 2010

Difenditi dai contributi scolastici abusivi... E' una truffa!

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I contributi scolastici sono volontari, eppure in molte scuole vengono fatti passare per obbligatori.


I contributi scolastici sono deliberati dai Consigli di Istituto. Il comma 622 della legge 296/2006 (finanziaria 2007), intervenendo nuovamente sul tema dell’obbligo di istruzione, della durata di dieci anni e del suo innalzamento, ha stabilito che “resta fermo il regime di gratuità ai sensi degli articoli 28, comma 1, e 30, comma 2, secondo periodo, del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226”.
In ragione dei principi di obbligatorietà e di gratuità , non è consentito imporre tasse o richiedere contributi obbligatori alle famiglie di qualsiasi genere o natura per l’espletamento delle attività curriculari e di quelle connesse all’assolvimento dell’obbligo scolastico. Eventuali contributi per l’arricchimento dell’offerta culturale e formativa degli alunni possono dunque essere versati dalle famiglie solo ed esclusivamente su base volontaria.
Molti documenti ufficiali permettono di accertare la volontarietà del contributo scolastico. Ecco i principali:
- Testo Unico (DLgs 297/1994) art. 200 - Tasse scolastiche e casi di dispensa
- Pagina domande frequenti dell'Ufficio Relazioni con il pubblico del Ministero della Pubblica Istruzione;
- Parere dell'Ufficio Scolastico Regionale dell'Emilia Romagna
In particolare nel parere dell'Ufficio Scolastico Regionale dell'Emilia Romagna si legge che il Testo Unico deve essere considerato l'unico riferimento per la disciplina delle tasse scolastiche. Pertanto il pagamento delle tasse scolastiche erariali rappresenta la sola condizione indispensabile per la regolarità dell’iscrizione e della frequenza degli alunni appartenenti al segmento di istruzione non obbligatoria.
Possono rifiutare la domanda di iscrizione se non pago il contributo volontario?
No, come affermato precedentemente le scuole non risultano titolari di autonomo potere impositivo di tasse e contributi, facoltà questa riservata
esclusivamente allo Stato. Quindi non possono obbligare il cittadino a pagare alcun tipo di somma e non possono rifiutare una domanda di iscrizione a causa del mancato pagamento.
Il mio Dirigente Scolastico afferma che il contributo si deve pagare perché lo ha stabilito il Consiglio di Istituto. E' vero?
Falso. Il Consiglio di Istituto non risulta titolare del potere di cambiare la natura del contributo scolastico, che è volontaria. Al più può deciderne l'entità e stabilire le attività per le quali è destinato.
Cosa sono obbligato a pagare?
Gli studenti che abbiano adempiuto all'obbligo scolastico sono obbligati a versare le cosiddette tasse scolastiche. L’impianto normativo tuttora in vigore in tema di tasse scolastiche (art. 200 d.lgs 297/1994) prevede quattro distinti tipi di tributo: di iscrizione, di frequenza, di esame e di rilascio di diploma.
Tassa di iscrizione: E’ esigibile all’atto dell’iscrizione ad un dato corso di studi secondari, non è rateizzabile ed è devoluta integralmente all’Erario. L’importo è di 6,04 euro.
Tassa di frequenza: deve essere corrisposta ogni anno. La tassa deve essere pagata per intero sia nel caso che l’alunno si ritiri dalla scuola sia nel caso che sia costretto ad interrompere la frequenza per motivi vari. Il pagamento è riconosciuto valido, in caso di trasferimento di uno studente da istituto statale ad un altro statale.
Tassa di esame: Deve essere corrisposta esclusivamente nella scuola secondaria superiore in unica soluzione al momento della presentazione della domanda per esami di idoneità, integrativi, di licenza, di qualifica, di Stato.
Tassa di diploma: La tassa deve essere corrisposta in unica soluzione, al momento della consegna del titolo di studio.
Chi è esentato dal pagamento delle tasse scolastiche?
Ai sensi dell’art. 200 d.lgs 297/94, l’esonero del pagamento delle tasse scolastiche può essere ammesso per merito, per motivi economici, e per appartenenza a speciali categorie di beneficiari. Questi tipi di esonero valgono per tutte le tasse scolastiche ad eccezione della sola tassa di diploma.
A cosa sono destinati i contributi scolastici?
I contributi scolastici dovrebbero essere finalizzati all'innovazione tecnologica, all'edilizia scolastica e all'ampliamento dell'offerta formativa (DL. 40/2007 Legge Bersani). Nella realtà le scuole li utilizzano spesso per coprire le spese ordinarie: pulizie, manutenzione, fotocopie, supplenze brevi, ecc.
I contributi scolastici sono detraibili dalle tasse dei genitori?
Tutti contributi volontari versati alle scuole durante l'arco dell'anno scolastico, possono essere detratti dalle persone fisiche nella misura del 19%, purché venga conservata ricevuta del versamento e nella causale sia stata specificata la seguente dicitura: erogazione liberale per (almeno una delle seguenti motivazioni) innovazione tecnologica; ampliamento dell'offerta formativa; edilizia scolastica. Spesso le scuole, per evitare di far scoprire alle famiglie che il contributo è volontario, non forniscono questa indicazione. Così il contributo pagato non può essere nemmeno detratto dalle tasse.
Se non voglio pagare come posso fare?
Come ampiamente spiegato nei punti precedenti, ogni studente ha diritto ad usufruire dei servizi didattici essenziali senza dover pagare, proprio perché il contributo scolastico volontario dovrebbe essere destinato ad ampliare l'offerta formativa. Pertanto l'unico contributo che uno studente è tenuto a pagare alla propria scuola è rappresentato dal rimborso delle spese sostenute dalla stessa per conto delle famiglie: libretto delle giustificazioni, carta per le pagelle (che alla fine del quinquennio restano allo studente) e polizza assicurativa, sempre che la la scuola ne abbia sottoscritta una. Queste voci di spesa non possono superare i 20-25 euro. Fate quindi presente al Dirigente Scolastico che avete intenzione di pagare alla scuola solo il rimborso di queste spese mediante una lettera inviata con raccomandata A/R. Nella lettera comunicate le vostre intenzioni di pagare solo la parte del contributo scolastico strettamente obbligatoria, citando documenti e leggi elencati precedentemente, allegandone preferibilmente una copia.
Perché i Dirigenti Scolastici ricorrono al contributo scolastico?
Il Ministero da anni sta tagliando i fondi destinati agli Istituti Scolastici, pertanto per riuscire ad assicurare il funzionamento delle scuole sono costretti a chiedere soldi alle famiglie. Se una volta il contributo era meno oneroso e destinato ad ampliare l'offerta formativa, oggi serve soprattutto a garantire il funzionamento base delle scuole: manutenzione, pulizia, materiale di consumo da ufficio come carta e toner, ecc. Inoltre serve ad anticipare il denaro per pagare le supplenze brevi, che in teoria sono a carico dello Stato ma in pratica da anni ricadono sulle scuole pur non essendo previsti dei fondi appositi.
Cosa mi consigliate di fare?
Se la vostra famiglia ne ha la possibilità, vi consigliamo comunque di pagare, perché la richiesta delle scuole è giustificata spesso da una reale necessità di sopravvivenza. Inoltre potete giudicare voi stessi se questo denaro è speso bene o male attraverso il servizio erogato dalla scuola. Per contro se non ne avete la possibilità economica, la legge vi tutela e vi offre la possibilità di sottrarvi al pagamento del contributo. 


Noi non vogliamo essere presi per fessi! 
E non sottostiamo a questo abuso diffusissimo nelle scuole italiane, facendo finta di non capire,
perciò crediamo sia giusto diffondere queste informazioni.


Ora a voi la scelta se pagare o meno.


Ringraziamo Skuola.net per averci fornito queste utili informazioni.

Azione Studentesca Salerno partecipa alla manifestazione "la Settimana della Vita".

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Il nostro movimento studentesco, durante questa settimana, collabora con la Giovane Italia di Salerno in una campagna di sensibilizzazione contro la pillola abortiva RU486.
Azione Studentesca manifesterà il proprio disaccordo sull'uso di tale metodo abortivo, cercando di sensibilizzare la comunità studentesca riguardo il diritto alla vita, uno dei valori per noi fondamentali ed intoccabili, con dei volantinaggi davanti varie scuole superiori di Salerno, contro un' errata interpretazione della libertà personale.
I valori e le idee in cui crediamo e per cui manifestiamo, ogni qual volta viene messo in discussione il diritto fondamentale alla vita ci fanno restare sempre più indignati.
Noi crediamo nella dignità e nella libertà della donna, ma riteniamo che ciò non debba contaminare il valore non-negoziabile della vita.
L’aborto non è una soluzione e neppure uno strumento di emancipazione della donna: è diventato, soprattutto nell’Occidente secolarizzato e laicista, finanche un odioso metodo anticoncezionale. Crediamo, piuttosto, che sia giusto difendere la dignità della donna con la prevenzione, con il rispetto, con politiche che favoriscano una maternità consapevole.
per questo ci affideremo a chi saprà e vorrà interpretare questa sensibilità, senza guerre di religione né isterismi.
Perché la vita è gioia e noi siamo felici di viverla e difenderla con gioia.
Sempre.

giovedì 1 aprile 2010

Facciamo un po' d'informazione sulla "Riforma"

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Il riordino delle scuole secondarie di secondo grado, detto anche "riforma", è uno degli argomenti più discussi tra i banchi di scuola durante l' ultimo periodo.
Logicamente, tante sono le informazioni che girano per "sentito dire", di cui alcune sono vere, ma molte sono oggetto di pura invenzione, e contribuiscono solo a creare disinformazione.
Ecco perchè ci siamo preoccupati di prelevare dal sito del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca un estratto esplicativo riguardo la nuova normativa, che andrà in vigore dal 1° settembre 2010 nelle scuole italiane.
INOLTRE VI ANNUNCIAMO CHE GIOVEDI' 15 APRILE LA CONSULTA DEGLI STUDENTI DELLA PROVINCIA DI SALERNO HA ORGANIZZATO UN SEMINARIO INFORMATIVO A RIGUARDO, CHE ANDRA' IN ONDA NEL PRIMO POMERIGGIO SU TELECOLORE.
CHI FOSSE INTERESSATO A PARTECIPARE E' PREGATO DI CONTATTARCI.


Dal 1° settembre 2010, per la prima volta nel nostro Paese, entra in vigore la riforma complessiva e simultanea del secondo ciclo di istruzione e formazione. Cambia il volto della scuola secondaria superiore, completamente riorganizzata per offrire un panorama più chiaro per le scelte delle famiglie (6 licei; istituti tecnici suddivisi in 2 settori con 11 indirizzi; istituti professionali suddivisi in 2 settori e 6 indirizzi). Anche il sistema di istruzione e formazione professionale di competenza regionale (IeFP), avrà un ordinamento di rilievo nazionale che prevede qualifiche triennali e diplomi quadriennali già definiti a livello nazionale nella sede tecnica della Conferenza Stato-Regioni. Sono ulteriori opportunità per i giovani, chiamati ad esercitare il proprio diritto-dovere all’istruzione e alla formazione sino al conseguimento di un titolo di studio, oppure di almeno una qualifica professionale triennale entro i 18 anni. Quattro dei sei diplomi liceali (classico, scientifico, linguistico, delle scienze umane) si pongono in continuità - per durata, numero e tipo di materie e orari (allineati sulle 30 ore settimanali, 27 nel biennio iniziale, ad eccezione del liceo classico che prevede 31 ore nel secondo biennio e nel quinto anno) – con i tradizionali corsi di ordinamento. Ad essi si affiancano il nuovissimo liceo musicale e coreutico (32 ore settimanali) e i percorsi artistici che, da oltre quaranta, si ridurranno a sei, con un orario settimanale di 34 ore al biennio iniziale e di 35 ore nei tre anni successivi. Sul versante dei licei, inoltre, si segnala il debutto di due nuovi percorsi opzionali senza il latino (scienze applicate ed economico-sociale), nei quali confluiscono alcune delle più apprezzate sperimentazioni degli ultimi 15-20 anni. Il riordino supera così l’enorme frammentazione degli indirizzi ordinari e sperimentali (oltre 500). Tra le novità, lo studio per cinque anni di una lingua straniera in tutti i licei, di una seconda lingua straniera nell’opzione economico-sociale del liceo delle scienze umane e di 3 lingue straniere nel liceo linguistico. Gli istituti tecnici sono riordinati e rafforzati dalla riforma con una nuova identità fondata sull’asse scientifico-tecnologico, che ne esalta il ruolo come scuole dell’innovazione permanente. L’attuale frammentazione dei percorsi (204 corsi, comprese le sperimentazioni) è superata con l’individuazione di 2 grandi settori e 11 indirizzi: il settore economico comprende 2 indirizzi, quello tecnologico 9. Il profilo educativo generale e i profili specifici degli indirizzi sono configurati in modo da rispondere efficacemente alle richieste del mondo del lavoro, anche delle libere professioni. Sarà così più facile per gli studenti e le loro famiglie orientarsi nella scelta dei percorsi che condurranno al diploma di istruzione tecnica. Il titolo consente un rapido inserimento nel mondo del lavoro (il diploma indicherà l’indirizzo frequentato e le competenze acquisite) e/o la continuazione degli studi in qualunque facoltà universitaria, oltre che nei percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore, soprattutto in quelli che puntano sulle specializzazioni più richieste nelle aree tecnologicamente avanzate, attivati presso i costituendi istituti tecnici superiori. Tra le novità, la centralità del laboratorio nel processo di apprendimento e lo sviluppo di stage, tirocini e alternanza scuola-lavoro per apprendere in contesti applicativi.Gli istituti professionali con la riforma acquisiscono una nuova identità, fondata sulla cultura delle filiere economiche e produttive di rilevanza nazionale che caratterizzano i 2 settori fondamentali, Servizi e Industria e Artigianato, in cui sono compresi i 6 indirizzi. Tutti i percorsi formativi durano cinque anni e sono suddivisi in due bienni e in un quinto anno, al termine del quale gli studenti sostengono l’esame di Stato per il conseguimento del diploma di istruzione professionale. I nuovi istituti professionali hanno un ordinamento molto flessibile per interagire con i sistemi produttivi territoriali e rispondere alle esigenze del mondo del lavoro e delle professioni in una dimensione “Glocal”, aperta all’innovazione permanente. Il diploma consente l’accesso immediato al mondo del lavoro e/o la prosecuzione degli studi in qualunque facoltà universitaria, oltre che nei percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore, anche presso gli istituti tecnici superiori. Gli istituti professionali, inoltre, possono svolgere un ruolo complementare e integrativo rispetto al sistema di istruzione e formazione professionale di competenza regionale e continuare ad organizzare, in regime di sussidiarietà, nel quadro di intese con le Regioni, percorsi per il conseguimento di qualifiche triennali e di diplomi professionali quadriennali. Per potenziare le competenze linguistiche degli studenti di licei e istituti tecnici è previsto l’insegnamento di una materia curricolare in una lingua straniera tra quelle previste dal percorso di studi (CLIL, Content.and.Language.Integrated.Learning).
 
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